Tra storia e tradizione

Da te Costantinopoli partì ‘na bella Signora,

In Oriente nella città di Costantinopoli era in grande venerazione un’antichissima Immagine della Madre di Dio, dipinta dall’Evengelista Luca, fino  all’ anno 726   quando l’Imperatore Leone III Isaurico con un Editto ordinò di  distruggere tutte le Immagine sacre. Fu così che due monaci per salvare il prezioso dipinto lo chiusero in una cassa e lo portarono al mare per  metterlo in salvo. Scoperti e raggiunti furono rinchiusi anche loro insieme al Quadro e gettati in balia delle onde.

Gaeta fu sbarcata ‘na cascia de cristall

Dopo 54 giorni in mare la cassa approdò dapprima sul lido di Messina e da qui fino a  Gaeta. Il Vescovo avvertito si portò  sul lido ed aperta la cassa, trovò con sopresa i due religiosi, sani e salvi,  con la sacra Immagine della Madre di Dio. Il Quadro fu allora esposto alla venerazione di tutto il popolo. Dopo alcuni giorni però l’Icona non era più al suo posto e sopratutto nessuno sapeva più dove fosse.

Se n’andò sola solella ancoppe a ‘nu munticieg

Non molto tempo dopo si seppe che il prezioso dipinto della Madre di Dio era stato ritrovato sul monte Civita a Itri fra i rami d’una elcina da un giovane pastore sordomuto. Un bue smarrito mentre pascolava nei dintorni fece scoprire al pastore la bella Immagine della Madre del Signore. Invocata la grazia il giovane corse per dire a tutti del meravigliososo ritorvamento e del miracolo.

‘Cu duie munec’ sant’ l’andarn accompagnà

Due monaci da Costatinopoli misero in salvo l’Immagine della Madre di Dio furono ancora altri monaci  a proteggere e trasportare da Gaeta alle falde del monte di Itri, nel  monastero di Figline, l’antichissima e miracolosa Icona. Documenti attestano che già nel 1147 esisteva una chiesa dedicata a Maria SS.ma della Civita e per giunta in quell’anno la chiesa venne riedificata dall’Abate Riccardo il quale insieme ad un certo frate Bartolomeo nel monastero di Figline era il custode del preziosissimo Dipinto.

La voce se spannea pe’ tutt la città Maria della Civita che belle grazie fa

Da Itri e da Fondi, da Sperlonga, da Formia e Gaeta, dalla Campania e da tutta la Ciociaria, da ogni dove si diffondeva un unica voce: Maria della Civita che belle grazie fa! Di queste grazie sono testimonianza gli innumerevoli voti e preziosi conservati nel Tesoro della Civita. Da secoli  dalla cima del suo bel monte la Vergine sorride ai nostri paesi ed alle nostre terre.  Ella sarà sempre la nostra grande speranza e vivere sotto i suoi sguardi sarà la nostra più grande felicità.

*Le immagini di questa sezione sono state create con l’intelligenza artificiale.